Organo dell'omonima Associazione Fondata nel 1995 - Reg. Tribunale dell'Aquila del 23/02/1996 - ANNO VIII

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Panoramica dell'economia dell'Abruzzo

L'Abruzzo a livello economico presenta i dati migliori del Sud Italia. È infatti la regione con il reddito pro capite più alto, con il più alto tasso di industrializzazione e con il più basso tasso di disoccupazione. Dati che parlano di una regione dinamica e importante per tutta l'economia italiana.

Industria

Come molte altre regioni del Sud, anche l'Abruzzo era rimasto fondamentalmente agricolo fino al dopoguerra. Con il grande sviluppo degli anni '50 e '60 le cose sono cambiate, ma a differenza di quanto successo in altre zone del meridione, qui non si è verificato il triste fenomeno delle “cattedrali nel deserto”, ovvero di industrie innestate senza alcun progetto infrastrutturale in zone che, una volta finiti i contributi pubblici per l'investimento, non erano più in grado di garantirne la sopravvivenza. In Abruzzo non è andata così e infatti l'industria è diventata la prima fonte di Pil per questa importante regione. In particolare, i settori industriali più sviluppati sono quelli alimentari, dei trasporti e delle telecomunicazioni, oltre al tessile, alla chimica, alla produzione di mobilio e all'artigianato.

Servizi e Turismo

Al secondo posto nell'economia abruzzese si trova il settore dei servizi, che fa ovviamente da corollario a quello industriale. Altro pilastro è invece il turismo, che occupa circa il 18,50% del Pil. Anche il turismo si è sviluppato in tempi recenti in questa regione ricchissima dal punto di vista naturalistico, e si concentra soprattutto nei grandi e magnifici parchi montani, come il Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, quello d'Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco nazionale della Maiella e così via. I turisti giungono da tutto il continente europeo, – nonché ovviamente dall'Italia ma anche da altre parti del mondo come gli Stati Uniti – per ammirare il magnifico ambiente naturale di questi parchi, che ospita una fauna ricchissima e unica. Ma i turisti accorrono anche nelle zone balneari e nelle molte località di importanza storica della regione. Tra i principali luoghi di afflusso del turismo balneare ci sono Giulianova, Pineto, Roseto degli Abruzzi e Alba Adriatica.

Visto che l'economia abruzzese si basa in parte sul turismo ma anche sull'export industriale, è influenzata dall'euro e dalla sua relazione con altre valute.

L'impatto dell'euro sull'economia dell'Abruzzo

L'Abruzzo è la regione che ha l'economia più forte e dinamica del Sud Italia, ed è, purtroppo, un'eccezione in una regione d'Europa che è invece caratterizzata da altissime percentuali di povertà e disoccupazione. Il benessere dell'economia abruzzese è dovuto soprattutto al comparto industriale, che ha conosciuto un enorme sviluppo nel secondo dopoguerra.

Infatti negli anni '50 e '60 l'Abruzzo, che fino ad allora era rimasto, come del resto quasi tutto il meridione, una regione la cui economia era fondamentalmente basata sull'agricoltura, ha ricevuto una fortissima spinta in avanti dal boom economico e dalle politiche pubblico a sostegno dello sviluppo del meridione. Qui però quelle politiche hanno saputo dare frutti sul lungo termine, rendendo l'Abruzzo una regione altamente industrializzata, con un sistema di servizi ben sviluppato che fa da sostegno al settore secondario, tutti fattori che contribuiscono a renderla una regione ad alta occupazione – almeno rispetto alle medie delle regioni vicine.

Ma buona parte dell'economia di questa regione – quasi il 20% - dipende anche dalle attività turistiche, collegate alle magnifiche zone selvagge che sopravvivono nelle sue alte montagne, nonché alle splendide località balneari delle sue coste. Attività turistiche che hanno di certo beneficiato dell'introduzione dell'euro, che ha reso più semplici gli spostamenti all'interno dell'Unione Europea, incentivando i turisti stranieri a viaggiare nel nostro paese.

E infatti negli ultimi anni l'Abruzzo ha visto un notevole incremento dei turisti stranieri nelle sue mete turistiche, un turismo molto diverso da quello delle famose località della costa adriatica come Riccione, Rimini e così via, poiché si tratta di un turismo più “slow”, che si dirige verso i luoghi delle bellezze naturali e che vuole assaporare le tipicità del territorio, alla ricerca di un'esperienza più particolare ed autentica. Un tipo di attività che la moneta unica ha di certo facilitato.

Meno favorita invece è stata l'industria, spesso composta da piccole imprese che hanno faticato ad adattarsi all'euro forte e anche al tasso di cambio euro dollaro, che ovviamente disincentiva l'export e favorisce i giganti industriali dell'economia europea, in particolare la Germania. Situazione aggravata dalla crisi economica, dalla stretta creditizia delle banche e dall'incapacità dello stato italiano di realizzare politiche di sostegno.

Si tratta di meccanismi economici, quelli legati alla valuta, non facili da capire, ma che hanno grandi ricadute anche a livello di economia locale. Per saperne di più, e per capire in particolare l'andamento della coppia di valute euro dollaro, i lettori possono consultare il sito eurusd.it, che offre informazioni aggiornate in tempo reale.

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